Rimpasto cosmico
Chi di noi può dire di non appartenere a un tutto.
La terza opera di questa collezione, intenta a trattare i principali e universali concetti che ci riguardano come parte di un tutto, intende porre l’attenzione su un aspetto che ritengo fondamentale: “l’esistenza di un vero telaio pluridimensionale”.
Le nostre particelle elementari sono uguali a quelle dei vegetali, dei minerali e degli animali.
Siamo nuvole energetiche in continua evoluzione e trasformazione in un tutto che ci comprende.
E’ la poesia del Creato.
Quale maggiore armonia di un Universo che trasforma se stesso.
Dai capelli della donna “scultorea” presente in quest’opera, si configura una cascata d’acqua dipinta, fonte di vita.
Le sue gambe sono fuse con il busto di un materico cavallo della cui carne essa stessa si ciba.
Il cavallo mangia l’essenza vegetale ma, a sua volta, è mangiato dal serpente originato dalla materia del creato così come l’intera composizione.
La criniera materica del leone origina un uccello dipinto le cui piume si fondono con il paesaggio naturale e che, a sua volta, cattura in volo una preda.
E’ tutto un rincorrersi unitario di fasi dell’esistenza espressa attraverso le sue infinitesime frazioni.
Sullo sfondo, partendo da un punto di singolarità, è presente il “presunto” nostro Big-Bang, inteso come avvenimento unico per noi ma non per il resto dell’esistenza, dove “credo sia tutto un rincorrersi di nuovi inizi e nuove fini all’interno di Spazi-Tempi indeterminati”.