SETTIMA  OPERA

Passaggi dimensionali

La settima opera illustra perfettamente il DNA della nuova Arte Progenitrice, ovverosia, il passaggio tra le dimensioni governato dal “brodo” primordiale costituito dall’energia-materia.

Avete mai visto la pittura che uscendo in parte dal proprio piano bidimensionale afferra la scultura che, a sua volta, abbandona la propria dimensione tridimensionale per entrare nella bidimensione della prima?

Una figura femminile dipinta, esce la mano dal quadro per farsela afferrare da una figura maschile che ha accettato le regole di un amore impossibile, sempre ché accetti il sacrificio di de-materializzarsi per entrare nella dimensione pittorica in cui è reale la propria amata.

Ovviamente potrebbe accadere il contrario.

In ogni caso, il passaggio comporta inevitabili sacrifici.

Altre figure configurano la stessa condizione di viaggiatori dimensionali e nei punti di contatto tra le due dimensioni è presente una nuova dimensione trasparente, filiforme, sconosciuta, all’interno della quale far riflettere le prime due.

In fisica quantistica, tra le varie teorizzazioni riguardanti la “posizione” della nostra dimensione, si prospetta l’idea di una nostra esistenza bidimensionale lungo una brana.

E’ come se fossimo immagini olografiche proiettate nello spazio circostante.

Secondo il mio modesto parere, l’arte contemporanea più vicina ai nostri tempi, al di la di ogni corrente tipologica considerata indubbiamente legittima e fondamentale ai fini di una continua ricerca degli inediti messaggi, dovrebbe “uscire” dai confini delle convenzioni per abbracciare il più grande raggio d’azione concepito sino ad ora.

Attenzione però a non recidere il contatto con il passato perché non può esistere un presente senza un passato così come un futuro senza un presente.

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