SECONDA OPERA

La vita

La scienza attraverso scritti e filmati ha tentato di esprimere congetture, spesso differenti, su quell’enorme mistero che è la vita.

Nondimeno, un’opera d’arte può comunicare una propria visione sull’Esistenza anche se, ovviamente, con forme e rappresentazioni diverse.

La novità dell’opera è insita nella sua “strutturazione”.

La “materia vita”, evolutasi nel Tempo e sospesa nello spazio, è collegata tramite alcuni “cordoni ombelicali” ai due piani dipinti per mezzo dei quali la materia stessa prende forma e consistenza.

Il piano verticale rappresenta una parte del cosmo originario dal quale il nostro sistema solare, rappresentato in parte sul piano orizzontale, ha preso l’energia poiché facente parte di un tutto.

All’interno dei due piani “energetici”, sospesi all’interno del nostro micromondo e collegati alla scultura principale, sono rappresentati elementi vegetali, una porzione di territorio vulcanico e il nostro bene più prezioso, l’acqua, che ha viaggiato tanto nello spazio per darci i natali.

Quest’opera, per alcuni versi, è volutamente descrittiva poiché ritengo che anche l’arte debba essere un mezzo per comunicare un qualcosa di universale.

E’ nel mezzo di rappresentazione, poi, che l’artista deve giocarsi il suo ruolo di essere inedito.

Con quest’opera ho voluto rappresentare il più intimo contatto dell’imprescindibile “fusione” tra il nostro mondo e il mistero che ci avvolge.

Sulla tela è proiettata l’energia di quei mondi posti dietro la tela stessa e, da quest’ultima, parte il viaggio dell’energia verso la strutturazione di una nuova materia configurante i frammenti del nostro mondo. E, come si sa, senza i frammenti non è possibile configurare l’unità.

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