QUARTA OPERA

La” fine” comporta un nuovo” inizio”

Attraverso la seguente opera, intendo evidenziare un aspetto della  vita che si conclude con l’inevitabile morte.

Certamente la morte rappresenta la fine di una vita nella nostra dimensione ma, indubbiamente, la sua fonte energetica ritornerà a essere parte di un tutto, prima di una nuova scissione.

Purtroppo, l’aspetto tragico di questo giro di giostra è il momento del trapasso dall’una alle altre dimensioni.

La quarta opera raffigura l’amore di due giovani giunti al capolinea delle loro vite, racchiusi nei rispettivi vortici dei loro corpi che si de-materializzano per proiettarsi in due distinte Regioni di una frazione dell’Universo Progenitore, rappresentato da un dipinto.

Il regalo della vita cessa.

Il Creato ne rivendica l’appartenenza.

E’ un momento di estremo, ultimo dolore, palesato attraverso il volto del giovane, malato e prossimo alla morte, con il braccio proteso verso quello della propria amata.

La giovane donna, interpretando quell’enorme dolore che è anche il suo, ammicca un sorriso con la speranza di rendere meno doloroso il loro ultimo distacco.

L’opera intende porre l’attenzione su due distinte, ma interconnesse,  grandezze.

Da un lato, il dramma del distacco, dall’altro la poetica relazione armonica e intima, tra l’uomo e il Creato che ne rivendica la paternità.

E quale migliore interpretazione può esserci, della materia che ritorna ad appartenere all’energia di un tutto.

Non può esistere materia senza animo.

E, forse, in un tempo che verrà ma che non è dato conoscere, le particelle dei due giovani amori si fonderanno con altre entità in grado di condividerne gli stessi sentimenti.

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